Tatuaggio

piercing

rondine

drago

 

CENNI SUL TATUAGGIO

PERCHE’ SI CHIAMA COSÌ?
La parola deriva dall’inglese tattoo, traduzione di James Cook, del termine “tatahou”, usato dai Tahitiani per indicare la pratica di inserire (ta-ta) nella pelle del colore (u). Il famoso viaggiatore era di ritorno dalle prime esplorazioni nei mari del Sud.


A QUANDO RISALE?
Nessuno può stabilirlo con precisione; sembra che l’esigenza di distinguersi con dei segni sulla pelle sia nata con l’uomo; le nostre conoscenze datano dai 10.000 ai 38.000 anni fa; ne abbiamo testimonianze nei resti di antiche vestigia in tutti i paesi della terra lontanissimi fra loro, perché se ne possa ipotizzare una trasmissione di costume. E’ neolitica la mummia di Similaun, del 3.300 a.C., che riporta segni sulla caviglia dx, sulla schiena e dietro il ginocchio sinistro; la mummia di una Sacerdotessa di Athor, del 2.200 a.C. ne riporta alcuni, sembra, di carattere religioso; e, ancora, altri ritrovamenti: mummie egiziane risalenti al 2160-1994 a.C., in Libia 1380 a.C., in Sud America 1400-900 a.C. Sono neolitiche alcune antiche statue di divinità, con altrettanti segni riconosciuti come tatuaggi.

COSA SIGNIFICA?

La simbologia allegorica ha creato soggetti svariatissimi, con significati vari a seconda del paese di origine e quindi della tribu’ di appartenenza, del sesso, del mestiere, della classe sociale, della religione, simbolismi più o meno espliciti per trasmettere un pensiero, un’ideologia, ora espressione di appartenenza, ora di ribellione o di individualismo, atto scaramantico o propiziatorio, messaggi d’amore - di speranza - di saluto - di odio - di vendetta, quasi sempre testimonianza di un vissuto, superamento di un’esperienza dolorosa come espressione di forza, di virilità o di iniziazione in rito di varia natura (appartenenza ad una fede come quella cattolica ma anche a quella di un clan). Ritroviamo motivi geometrici (linee ,curve, arabeschi, spirale) figure animali o umane - costellazioni e segni magici – parole – slogan e così via, lo ritroviamo fra gli abitanti della Nuova Caledonia, delle isole di Samoa, nelle isole Palau, Fiji, in Nuova Guinea, nella Nuova Zelanda, , in Australia, in Africa, in Giappone, in America. E’ curioso notare come, malgrado la stretta vicinanza di alcune di queste isole, ciascuna abbia sviluppato un proprio stile seguendo diverse simbologie e tatuando questo o l’altro sesso o entrambe - in parti corporee diverse. Nelle isole Marchesi decoravano tutta la superficie corporea, comprese palpebre, labbra, gengive, nonché la pelle del cranio. Se ne interessarono personaggi storici come Erodoto, Plinio il Vecchio. Fu utilizzato dai Greci e dai Romani per distinguere schiavi, prigionieri, disertori e stranieri. Come detto, ne fecero uso diversi ranghi sociali: contadini, operai, marinai, carcerati , ma anche re, regine, come lo Zar russo Pietro il Grande, Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, lo Zar Nicola II, Winston Churchill, Roosvevelt, Stalin, e sono parecchi i personaggi dello spettacolo che, ai giorni nostri, mostrano parti tatuate con simboli più o meno ornamentali.


EVOLUZIONE DEL TATUAGGIO

I primi tatuaggi venivano effettuati per cicatrici e per puntura a mezzo di attrezzi rudimentali come spine di pesce o di osso o di denti, schegge di pietra, lame d’avorio legate in bastoncini e tmartellate sulla pelle. In alcuni casi fu proprio l’ atto terapeutico di incidere la pelle e di metterci dentro dell’erba , ritenuta medicamentosa, a dare origine ai primi segni neri sulla pelle. Altre volte la pelle veniva marchiata a fuoco dando origine a cheloidi (i Maya amavano quelli a bottone). La prima macchinetta perforatrice fu brevettata da Thomas A. Edison nel 1876, anche se con finalità diverse, perfezionata successivamente nel 1891 dall’americano Samuel O’Reilly e da Charlie Wagner, che la rese elettrica. In Italia il tatuaggio arriva tra gli anni 50 e 60, come segno di ribellione fra i giovani, più diffuso tra le classi meno abbienti, più popolare durante la guerra di Corea e Vietnam, ma la sua moda esplode verso la fine degli anni ’80. Oggi, liberatosi dai più tradizionali modelli di tipo marinaro e delinquenziale, il tatuaggio è praticato da tutti, dai diciotto anni in su, senza distinzione di classe, di estrazione sociale e con simbologie per lo più puramente ornamentali.

Accanto al tatuaggio, negli ultimi anni se ne è affermato un altro denominato TRUCCO o MAKE-UP PERMANENTE, SEMI-PERMANENTE, TRUCCO PERMANENTE CROMATICO , TRUCCO TATUATO, MICROPIGMENTAZIONE e così via. Di fatto in qualunque modo la si possa chiamare, la tecnica, fondamentalmente, è la stessa, mentre la sua permanenza cambia in rapporto alla zona trattata, il ricambio cellulare, all'età del soggetto, ai pigmenti utilizzati, alla profondità d'inserimento ecc..

Il trucco tatuato si basa sulla scarificazione superficiale della cute, anziché sull’iniezione dermica, perché il colore vi aderisca. Esso, inoltre, è realizzato con pigmenti atossici, testati scientificamente per essere idonei al loro utilizzo su palpebre, sopracciglia, cuoio capelluto, contorno labbra o per ricostruire cromaticamente un’areola depigmentata o assente per fatti traumatici.

Già in passato, in Cina, l’esigenza teatrale di interpretare per lungo tempo lo stesso ruolo, di cui il trucco costituiva l’elemento preponderante, ha dato origine ad una forma rudimentale di Trucco Tatuato, in cui i componenti utilizzati erano polveri minerali o vegetali, farina di riso, grassi animali, nero di seppia, inseriti sottocute con aghi fissati su bastoncini.

L’ idea è stata adottata e perfezionata, in Occidente, alla fine degli anni 60, diffusa in Italia nei primi del '90 da Brunella Federzoni, estetista, che, a sua volta, l'aveva appresa a Parigi, nel 1984 da Carol Frank.

Il suo successo in campo estetico è comprensibile, data la sua capacità di risolvere in modo duraturo (per anni) determinati inestetismi difficilmente trattabili altrimenti. Pensiamo al disagio della signora “condannata” all’uso della matita cosmetica (facilmente eliminabile), per nascondere la parziale o totale mancanza delle sopracciglia, priva di fare un tuffo a mare o di lasciarsi accarezzare, per il timore di ritrovarsi con un “look a metà”.

Con questa tecnica è possibile correggere in modo semipermanente anche altri inestetismi riguardanti la forma delle labbra ed il contorno occhi. Semipermanente, perchè sul viso, differentemente che sul resto del corpo, il maggiore ricambio cellulare facilita la degradazione del tratto che col passare degli anni, tende a scomparire. Ciò costituisce un pregio per la tecnica che consente di adattare questo tipo di trucco correttivo al viso, via via che subisce invecchiamento. Comunque già dal primo impianto, un professionista serio saprà tener conto sì dei desideri della cliente, ma soprattutto delle possibilità tecniche nel rispetto dell’armonia del volto, in considerazione anche del suo futuro invecchiamento.

Innovazione tecnologica del Trucco Semipermanente è la Cryopigmentazione, che, come il termine suggerisce, grazie alla sonda Cryo di cui è dotata, produce un forte abbassamento della sensibilità soggettiva durante tutto il corso della seduta. La vasocostrizione che ne consegue, inoltre, blocca la risalita del sangue, con conseguente soppressione di gonfiori, arrossamenti ed eventuali edemi importanti. L’imprigionamento del pigmento nella pelle è, inoltre, più rapido e quindi il risultato netto e preciso. Il computer di cui è dotato seleziona la corsa dell’ago del manipolo, guidato dalla mano esperta dell’operatore.

E' PERICOLOSO?

La pericolosità consiste nell’inadeguatezza di preparazione, di doti artistiche, di mancato rispetto delle più elementari norme igieniche, facilmente scopribili dall’utente che vuol salvaguardarsi. Sia che si tratti di tatuaggio, laddove occorrono capacità artistiche relative al disegno, sia per il Trucco Tatuato, laddove è richiesta una conoscenza approfondita della “geometria” del viso, è indispensabile affidarsi a professionisti seri, meglio se con qualche anno di esperienza, che operino nel rispetto delle leggi vigenti, con materiale monouso, in locali adeguati (le licenze in genere sono ben esposte all’ingresso).

PUO’ ESSERE RIMOSSO?
Modi per rimuovere i tatuaggi sono il peeling chimico, la criochirugia, l’escissione, lo skin-expand, la dermabrasione, la disepitelizzazione e il LASER.


QUALI SONO I TATUAGGI COL METODO DEL TRUCCO PERMANENTE?

Quelli superficiali di piccola e media dimensione, anche variopinti, meglio intesi come decori corporei. I temporanei , ottenibili con sostanze degradabili, se neri, sbiadiscono nel corso degli anni, in tempo indeterminato; se colorati rischiano di lasciare antiestetiche macchie sulla pelle. Essendo superficiali sono, comunque, più facilmente rimovibili con vari tipi di laser (secondo il colore da eliminare).

COSA SI PROVA?
Il fastidio simile a quello causato da un depilatore elettrico alle gambe, è più o meno avvertito a seconda della parte da trattare e della sensibilità del soggetto.


QUAL È LA SUA DURATA?

Secondo la zona trattata, il tipo di pigmentazione, il tipo di pelle, l’età del soggetto (cogli anni diminuisce il ricambio cellulare) da sei mesi a dieci anni.


E SE CI SI STANCASSE?

Il pregio di questa tecnica consiste proprio nella sua durata: i pigmenti vanno immessi nello strato germinativo delle cellule, tanto quanto basta per consentire un trucco duraturo ma non per tutta la vita, affinché lo si possa modificare col trascorrere degli anni. E’ comunque importante scegliere sempre nel rispetto del proprio essere e non per seguire uno stile di moda.


SE LO SI VOLESSE TOGLIERE?

Sono disponibili oggi diversi laser capaci di degradarne i pigmenti in tempi brevi.


QUANTO COSTA?

Il costo varia a seconda del lavoro richiesto e potrà essere quantificato in sede di consulto (gratuito).